lunedì 4 luglio 2011

Tu chiamale se vuoi compulsioni

L’aria è tesa e pesa come piombo. Sarà il caldo appiccicoso, il calo dei sali minerali, l’aumento delle accise sulla benzina, le scie nei cieli lasciate da misteriosi e complottisti aerei… Tutto contribuisce a rendere il clima rovente ed elettrico.
Se ci fosse l’amico ingegnere partirebbe subito la lezione sullo spreco di energie bio e sulle infinite tecniche di recupero praticabili. Ma per nostra immensa sfortuna Ing è in trasferta meneghina e ci limitiamo a consumare energia, senza produrla, complice un grosso ventilatore a pale che mescola solo l’umidità presente senza diminuirla.
La tensione è al limite e, si sa, quando si raggiungono questi livelli si deve reagire con pensieri positivi. Che si fa allora? Si cucina: che altro? Si mette la propria energia al servizio della cellulite cronica, della panzetta atavica, degli amici che ti rinfacciano di farli mangiare troppo, sempre e comunque poco prima di chiederti un bis tanto perché non possono non far onore al tuo ottimo manicaretto.
Questa volta però l'agonismo latente fa scattare una sfida, un vero confronto sul piano della leggerezza, della freschezza, del fast, light & fresh: deve essere un’idea estiva, rapida, poco impegnativa e a bassa persistenza corporea. Si mangia, si rimangia ma non deve lasciare troppe tracce oltre al piacere del palato e della memoria.
È una sfida? Si decidano le armi: pesche! Facile, difficile? È sul resto che inizia la guerriglia: poco grasso, frullate, cotte, zuccherate, lisce, alcooliche, ghiacciate, speziate, a pezzi, marinate, mixate con altra frutta, caramellate, sciroppate…
La tensione rimonta, partono frullatori, sbattono frustini, risuonano cucchiaini, si mescolano odori e si tirano fuori sapori, provini, piccoli assaggi, test, punte di lingua che assaporano l’aria e, tra palette votanti di zecchiniana memoria, alla fine quello che emerge (dopo una adeguata e necessaria ripulitura del campo di battaglia) è una buona ricetta di


Fresche pesche

Ingredienti per 2 persone
1 bella pesca matura (quelle che volete, ma non le pesche noci)
4 cucchiaini di zucchero di canna
un cucchiaino raso di farina di riso
un cucchiaino raso di cardamomo in polvere
6 amaretti
lamelle o farina mandorle
menta
rhum
limone

Preparazione
Sbucciate la pesca e frullatela con lo zucchero, qualche goccia di limone, un po’ di rhum e il cardamomo.
In un pentolino sciogliete la farina di riso con un paio di cucchiai di acqua, scaldate e appena vedete che inizia ad addensare unitela al composto di frutta e date un’altra frullata.
Sbriciolate grossolanamente gli amaretti in due bicchierini, aggiungete il frullato e mettete in freezer per un’ora almeno.
Prima di servire cospargete la superficie con mandorle a lamelle o farina di mandorle e guarnite con foglioline di menta.

Per i minimalisti
Otterrete un sapore più essenziale omettendo la farina di riso, che conferisce al frullato una maggiore cremosità.

3 commenti:

  1. Complimenti per il blog!
    Ho solo una richiesta: potete per favore includere l'iscrizione ai feed? I blog li seguo tutti così e mi sarebbe comodo...

    Grazie e ancora complimenti per il bel lavoro.

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  2. abbiamo trasmesso la richiesta all'anima tecnologica della redazione.
    intanto saluti e grazie dalla cucina di Menodidieci!

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