venerdì 30 dicembre 2011

In cucina con Tolstoj

La cucina è questione di tempi e di pazienza.
Il tempo e la pazienza di raccogliere le olive e portarle al frantoio.
Il tempo e la pazienza di dissalare il baccalà.
Il tempo e la pazienza per la cottura della cicerchia.
Trovate il tempo e abbiate pazienza: sarete ricompensati da





Baccalà e doppia cicerchia

Ingredienti per quattro persone
250 gr. di cicerchia
400 gr. di baccalà ammollato e dissalato
olio
sale
pepe nero
timo
alloro
aglio
peperoncino

Preparazione
Comprate il baccalà già ammollato e tenetelo a bagno in acqua fredda fino al momento della preparazione.
Mettete a bagno la cicerchia per 12 ore, poi lessatela in acqua fredda con una foglia di alloro e mezzo cucchiaino di bicarbonato fino a quando non sarà morbida: ci vorranno almeno due ore (se usate la pentola a pressione potete dimezzare i tempi di cottura). Tenetela nell'acqua di cottura fino a completo raffreddamento, poi scolatela e dividetela in due porzioni: passate la prima al Minipimer con acqua di cottura, sale e olio fino a ottenere una crema liscia; insaporite la seconda in padella con un filo d'olio, aglio e peperoncino.
Tagliate il baccalà in piccoli tranci e scottatelo in un tegame con poco olio.

Assemblate gli ingredienti nel piatto: stendete uno strato di vellutata sul fondo, aggiungete la cicerchia ripassata e i tranci di baccalà. Terminate con qualche foglia di timo, un giro d'olio e pepe nero macinato al momento.

mercoledì 16 novembre 2011

Il nodo gordiano

Mai arrovellarsi sulle domande esistenziali se non si hanno gli strumenti giusti a portata di mano.
Per fortuna oggi c’è la Rete: hai un dubbio? Lancia la tua ricerca nel cyberspazio e raccogli i frutti, freschi e marci, del pensiero di milioni di cervelli… gesto che può risolvere un momento di stallo mentale, ma anche sommergere con inutili e contraddittorie informazioni, lasciando dietro di sé incertezza e insoddisfazione.
Cosa fare se ci punge la curiosità di sapere da dove derivi “pagare il pizzo”? E “mangiare la foglia”? Noi ci abbiamo pensato per un po’, girando volutamente alla larga dal computer, poi abbiamo cercato la soluzione in cucina, mescolando con sana leggerezza, arrivando a “pagare la foglia” e a “mangiare il pizzo”: comprate una insalatina di contorno e preparatevi alla rivisitazione di una trina di formaggio un po’ anni Novanta nella



Caponata leggera impigliata

Ingredienti per due
una melanzana media
due carote medie
due peperoni gialli medi
due zucchine medie

parmigiano grattugiato
scamorza affumicata grattugiata
olio
sale

Preparazione
La cottura dei vegetali è fatta in più riprese, aggiungendo gradualmente gli ingredienti.
Cominciate pulendo e preparando le verdure: tagliate le melanzane e le zucchine a tocchetti, i peperoni a losanghe e affettate le carote, tenendo gli ingredienti separati.
Scaldate un cucchiaio di olio in una padella e mettete a cuocere le melanzane. Dopo qualche minuto aggiungete i peperoni e un paio di cucchiai di acqua e fate stufare con un coperchio. Unite infine le carote e le zucchine e completate la cottura regolando di sale.
Preparate le due cialde: scaldate un padellino antiaderente e ricopritene il fondo con parmigiano grattugiato, aggiungendo - se volete dare un tocco di affumicato - un cucchiaio di scamorza grattugiata o a scaglie.
Fate ben dorare i due lati, toglietela e fatela raffreddare su uno stampino di alluminio capovolto, modellandola in forma di coppetta.
Appena prima di servire riempite il cestino con le verdure e portate in tavola con un'insalatina di contorno.

venerdì 14 ottobre 2011

Arancione

Un monaco disse a Joshu: "Sono appena entrato nel monastero. Per favore, dammi qualche consiglio".
Joshu chiese: "Hai mangiato la tua zuppa di riso?"
Il monaco replicò: "Sì, l'ho mangiata".
Joshu disse: "Allora faresti meglio a lavare la tua ciotola".
In quel momento il monaco si illuminò.

Siamo molto lontani dall’illuminazione, forse siamo appena entrati nel monastero… la prima cosa da fare è quella di riempire la ciotola, ancor prima di vuotarla e lavarla.
Senza distrazioni né esitazioni si prepari la



Zuppa di carote al coriandolo

Ingredienti per due
4 carote (350 gr)
1 mela verde
mezza cipolla
un gambo di sedano
1/2 lt di acqua
coriandolo (la punta di un cucchiaino)
olio
sale
pepe nero

Preparazione
Pulite le verdure e la mela, tagliatele a pezzetti e mettetele in una pentola con mezzo litro d'acqua. Aggiustate di sale.
Portate a ebollizione, abbassate la fiamma e fate bollire dolcemente per 30 minuti circa o, comunque, fino a cottura completa di tutti gli ingredienti. Unite il coriandolo, mescolate e versate nelle ciotole aggiungendo del pepe macinato.

Prima nota a margine: la ricetta è una delle variazioni sul tema della zuppa di carote proposte nel libro "soupes du jour" di Anne-Catherine Bley (foto nel post precedente)

Seconda nota a margine: questo è un Post Arancione

martedì 11 ottobre 2011

À la recherche de la recette perdue

Francamente anche noi credevamo di non farcela!
A guardare le date dall'ultima volta che ci siamo affacciati in questo non luogo, il tempo sembra passato come un fulmine, come dei neutrini impazziti a spasso in un tunnel infinito scavato nella memoria... oppure si è fermato per farci sprofondare in un buco spazio-tempo allungato, rilassato, che ha preso forme inusuali, arricchendo memoria e ricordi di migliaia di immagini, odori, sapori... insomma, tornare alla dimensione dell'abituale, del lavoro, dei ritmi consolidati, rapisce mente e corpo dai piaceri estemporanei, sempre presenti nella testa ma difficili da rendere forma condivisa e tangibile...

E così non serve contare i giorni dell'assenza, le notti dell'idea che fugge, le sere dell'oblio di un'estate che non vuol finire, serve invece incanalare il flusso positivo verso l'obiettivo, qualunque esso sia...

Certo, i ricordi freschi pesano, sono ferite ancora aperte nella pelle della memoria, che piano piano le rimargina, le incrocia con altre, le confonde, le mescola, fino a che non si ripassa per lo stesso luogo dove un coltello incide nuovamente là dove sembrava appena appena accennato un segno... una lama taglia e riapre la linea del ricordo, la rinfresca, la rigenera a immagine del passato... un coltello che mai sembra vero quanto quelli toccati e accarezzati l'altro giorno in un antro che i 200 anni di storia non hanno affaticato, anzi hanno nobilitato. Un luogo uguale a se stesso da secoli, questo è DEHILLERIN, un paradiso dove perdersi, un buco temporale dove affogare, tra centinaia, forse migliaia di oggetti cari a chi scrive, oggetti che la bramosia del collezionista vorrebbe incorniciare, classificare, archiviare, mentre la passione dell'artigiano desidererebbe toccare per usare, piegare, scaldare, far vivere per quello che è il loro destino: essere attrezzi, strumenti, estensioni delle mani e del pensiero di un cuoco!

Non servirebbe, ma fa bene, richiamare l'immagine delle scatole di stampini microscopici di tutte le forme, oggetti che a prima vista si direbbero da cucina per bambini, micro-ospiti di fantasie da un boccone... perle del palato... i francesi usano la stessa parola per lo stampino da forno e la conchiglia, la cozza in effetti... c'è una relazione tra le delicate madeleine e le coquille St. Jacques... certo, ma che si usava quando il silicone non c'era?

Il vagabondare luteziano non poteva fermarsi ai luoghi delle radici, di chi stava a fianco delle bettole impregnate di zuppa di cipolle intorno al vecchio mercato delle Halles, o sublimarsi tra i banchi di ostriche e champagne della festa della vendemmia su per il Sacro Cuore... così i percorsi sotterranei ci hanno portato in un angolo di ispirazione recente, ma con radici sicuramente lontane. Un angolo nato dalla voglia di cambiare di una donna, dall'idea di raccogliere l'energia prima in un libro e poi in un luogo, un prezioso angolo lontano dal caos della massa, una piega nella metropoli dove sedersi per gustare sapori ricercati e tranquillità a buon prezzo. Uno spazio di pochi tavoli, poche pretese, poche scelte, ma tutte da assaporare con i cinque sensi: "le bar à soupes" è questo!



Sei zuppe al giorno, sei gioielli nascosti, serviti con semplicità su piccoli tavoli colorati, una sosta per riposare, riscaldarsi, ricaricarsi. Un bicchiere di vino, un panino ai semi di papavero e una tazza fumante sono sufficienti per perdere la cognizione del tempo e dello spazio e ritrovare se stessi nei sapori e nei profumi, prima di ripartire alla battaglia contro la Metropoli famelica e frenetica!
Oggi non si cucina, oggi si scopre un angolo nascosto... e un libro dal quale vi proporremo suggestioni e emozioni, così come "le bar à soupes" ha regalato a noi a Parigi...

giovedì 1 settembre 2011

Bandiera bianca

L’ultima cosa a cui ho pensato è stato l’effetto patriottico. Devo dire però che frutta e verdura hanno dei bellissimi colori, in estate poi sembrano essere ancora più vividi e luminosi.
Per questo mi piace girare tra i banchi dei mercati rionali, soprattutto nelle giornate di sole e luce forte. Non importa come le cose sono disposte sul banco. Ho visto mercati dove il contadino ha sicuramente fatto un corso di vetrinista, tanto la merce è sistemata in modo ordinato, preciso, allineato, composto. Banchi dove è assolutamente vietato toccare, dove non serve il guanto di plastica, dove le verdure esposte sono la demo, quelle che ti compri e ti porti a casa le decide il titolare, prelevandole accuratamente da dietro il muretto espositivo, montato su fondamenta invisibili e solide, che resiste agli attacchi posteriori e non crolla mai! Ho visto banchi avvolti da rugiada a mezzogiorno, cespi di insalata immobili ma sudati, vaporizzati ad arte da artisti dell’aerografo idrico. Ho visto anche banchi scomposti, incasinati, arruffati, sconnessi, mescolati. Dove ci si tuffa a piene mani e si cerca il pomodoro sodo, giusto, si scarta quello antipatico, si rimescola e si cerca, si tocca, si guarda, si rigira… e alla fine si torna a casa con il doppio delle cose che si volevano comprare, contenti ed appagati.

Colori e suggestioni, verdi chiari, rossi fondamentali, gialli sfumati, violetti, arancioni, bianchi sporchi, verdi scuri, striature, puntinati, macchiaioli, colori e idee, colori e profumi… insomma, girare per banchi del mercato gratifica la vista e l’olfatto ed evoca i sapori-ricordo adagiati nella nostra memoria.
Si diceva dell’effetto patriottico. Sì, certo, partiti da un piatto bianco con peperoni rossi ed avendo deciso di affiancargli un’insalatina fresca e verde, ci siamo ritrovati a guardare le immagini scattate e la decisione su cosa pubblicare è stata non facile, al punto che per evitare troppo questo “effetto” si è deciso di metterne due, di immagini. Una tricroma ed una con un fondo scuro, per sgombrare del tutto il campo da non volute associazioni commemorative. È cucina, signori, e si parla di



Peperoni farciti

Ingredienti per quattro
3 peperoni rossi medi
300 gr. di funghi champignon
150 gr. di ricotta di mucca
100-120 gr. di prosciutto cotto (tre fette) o di seitan
un cucchiaino di curry
un cucchiaino di semi di senape gialla
un cucchiaino di semi di senape nera
rosmarino
timo
aglio
pane grattugiato
olio extra vergine di oliva
sale

Colore
senape piccante (“moutarde de Dijon”)
senape all’antica (in grani, “moutarde à l’ancienne”)
olio extra vergine di oliva
succo di limone

Preparazione
Pulite i funghi, sciacquandoli velocemente con acqua fredda, e tagliateli a pezzettini piccoli. In un pentolino scaldate a fuoco vivo un po’ di olio con uno o due spicchi di aglio e unite i funghi, il rosmarino e il timo. Dopo pochi minuti riducete la fiamma, unite mezzo bicchiere di acqua e coprite con un coperchio. Lasciate stufare, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno,  fino a che i funghi non diventano dorati ma non scurissimi. Togliete il coperchio, fate asciugare e lasciate raffreddare.

A parte, lavate i peperoni e divideteli in tre parti, in modo da formare delle piccole coppette.
Tagliate il prosciutto a piccoli pezzi.
In una terrina unite il prosciutto, la ricotta, i funghi, il curry, la senape in semi, un paio di cucchiai di pane grattugiato e amalgamate il tutto. Se l’impasto dovesse risultare troppo liquido potete aggiungere ancora pane grattugiato o un cucchiaio (al massimo) di farina bianca. Regolate di sale.

Farcite le coppette di peperone con l’impasto e sistematele in una pirofila o una teglia da forno unta d'olio.
Spolverate ciascun peperone con del pane grattugiato, un pizzico di sale e bagnate con poco olio.
Infornate a 180° per circa 40-45 minuti.
Potete servirli ancora caldi oppure a temperatura ambiente.

Per i raffinati
Emulsionate dell’olio con del succo di limone e poca acqua. Unite la senape piccante “de Dijon” e la senape in grani “à l’ancienne” e preparate una salsa morbida con cui accompagnare i peperoni.

Per i vegetariani
Potete sostituire il prosciutto cotto con del seitan, tritato o tagliato a piccoli pezzi.


martedì 30 agosto 2011

Come rain or come shine

- Eh, no!
L'esclamazione risuonò secca coprendo l'assolo di Bill Evans e il rumore della centrifuga della lavatrice.
- Che succede? - chiese lei.
- Finito! - rispose secco. E dopo una pausa di alcuni secondi di fronte allo sguardo fisso di lei, continuò: - Il gas è finito!
Domenica pomeriggio avanzato di un fine agosto ancora afoso e deserto. Erano rientrati da poco dalle vacanze, una settimana all'Argentario era tutto quello che si erano potuti permettere quell'anno: i lavori di sistemazione della casa avevano fatto il loro dovere di assorbenti economici... e non erano ancora del tutto finiti. Il polacco-impresa che li stava seguendo era a sua volta rientrato in terra natia e la cucina era ancora semilavorata.
Dall'inizio di agosto si stavano arrangiando con una cucinetta da campo con annessa bombola, tanto l'estate si cuoce meno...
Certo ma... appena tornati, e con i resti del frigo della casa-vacanza a malapena sopravvissuti a un trasporto focoso nel solleone che imploravano una rapida e meritata fine...
Aveva appena finito di cuocere il riso di contorno per una grande rassegna di avanzi che si accingeva a preparare (un piatto di verdure saltate e carne macinata insaporita, affiancato da una minifrittata alla cipolla rossa), e la bombola aveva deciso di chiudere la sua essenziale esistenza con una serie di piccoli ruttini giallo-blu.
Bella faccenda: domenica pomeriggio, agosto, tutto chiuso, vicini ancora in alto mare...
Ma Con la pioggia o con il sole, con il gas o senza, qualcosa di saporito per chiudere la serata si trova sempre. Loro, quella sera, hanno provato un



Basmati alle verdure di marina

Ingredienti per due persone
1 tazzina e mezzo di riso basmati
1 piccola zucchina
1 piccola carota
1 pezzetto di zenzero fresco (un paio di cm.)
sale
olio extra vergine di oliva
il succo di mezzo limone
pistacchi
pepe nero

Preparazione
Lavate la zucchina, spuntatela, tagliatela a julienne e mettetela in una ciotola. Pelate lo zenzero, grattugiatelo e aggiungetelo alla julienne. Condite con il succo di mezzo limone, un giro di olio e un pizzico di sale. Pelate e grattugiate la carota con una grattugia a fori grossi e aggiungetela alle altre verdure. Coprite e lasciate riposare in frigorifero per mezz'ora.
Nel frattempo, preparate il riso.

La parte difficile di questo piatto è il dosaggio e la cottura del riso basmati, che deve restare asciutto e con i chicchi ben separati. Considerate che la proporzione tra riso e acqua deve essere di 1 a 2: dunque, per due persone, usando una tazza da caffè di medie dimensioni, calcolate 1 tazza e mezzo di riso e tre tazze scarse di acqua (non esagerate con l'acqua).
Mettete il riso in una pentola bassa di acciaio, aggiungete l'acqua e un pizzico di sale, coprite con un coperchio che non faccia fuoriuscire il vapore e cuocete a fuoco medio. Quando l'acqua comincerà a bollire abbassate il fuoco al minimo e lasciate cuocere ancora. In circa 8-10 min. il riso assorbirà tutta l'acqua e si attaccherà leggermente sul fondo della pentola (fate attenzione che non bruci); spegnete la fiamma e lasciate il riso, ancora coperto, a riposare nella pentola per un paio di minuti: in questo modo il vapore sarà assorbito dai chicchi di riso, che si staccheranno anche molto facilmente dal fondo della pentola.

Riprendete la ciotola dal frigorifero, aggiungete alla marinata di verdure il riso basmati sgranato con una paletta di legno e mescolate bene, profumando con pepe nero macinato al momento oppure dei pistacchi spezzettati.

domenica 24 luglio 2011

Parola d'ordine: reuse!

È da mesi che il refrain "Reduce - Recycle - Reuse" tiene banco in redazione.
È importante, è ecologico, è sostenibile, insomma si deve fare. Si deve, non "si potrebbe": si deve.
La carta stampata non si butta: si rigira e il lato bianco si usa per gli appunti. Si butta un cellulare (nell'apposito secchio), ma si conserva il caricabatteria perché non si sa mai. Qualcuno che da single è caduto nella trappola delle stoviglie in plastica tiene lo stesso bicchiere bianco per una settimana, risciacquandolo ogni volta, fino a che la sua fibra non cede alla fatica del riuso...
Insomma, l'argomento è sempre presente e pervade anche il nostro lavoro in cucina. Questa volta l'idea si sviluppa intorno alla pasta sfoglia, che per pigrizia e per opportunità decidiamo essere commerciale, acquistata fresca o congelata.
Il confronto si anima intorno a come riempirla, come usarla e alla fine, trattandosi di pasta, si decide di fare i

Raviolotti farciti

Ingredienti per otto raviolotti
Un rotolo di pasta sfoglia fresca o surgelata
Mezza melanzana
100 gr di funghi champignon
100 gr. di ricotta o finto cacio (vedi il post precedente)
100 gr. di prosciutto cotto in una sola fetta
2 spicchi d'aglio
16 olive nere di Gaeta
Un uovo
Sale

Preparazione
Riscaldate il forno a 180°.
Tagliate i funghi a dadini piccoli e cuoceteli in tegame per circa 10 minuti con poco olio, sale e uno spicchio d'aglio. Affettate a julienne la melanzana e cuocetela nello stesso modo. Tagliate a dadini il prosciutto cotto, schiacciate la ricotta con una forchetta, snocciolate le olive e riducetele a pezzetti.
Srotolate la sfoglia e ricavatene 8 dischi di 10 cm di diametro.
Farcite i dischi di pasta con un cucchiaino di ricotta, qualche dadino di prosciutto e un po' di funghi, oppure con ricotta, prosciutto, melanzane e olive. Ripiegate a metà i dischi formando dei ravioli, schiacciate bene i bordi per sigillarli, sistemateli in una teglia su un foglio di carta da forno e spennellateli con un uovo sbattuto con un pizzico di sale.
Infornate e cuocete fino a quando la superficie apparirà ben dorata (dovrebbero bastare 15-20 minuti).


... E il riuso? Beh, la sfoglia può essere tonda o rettangolare, ma in ogni caso, tolti i cerchi per i raviolotti, resta un foglio bucato. Che fare? Che domande: una

Ciabatta pescosa

Ingredienti
Pasta sfoglia
Una pesca ben matura
2 cucchiaini di zucchero di canna
Qualche fogliolina di mentuccia
Un pizzico di cardamomo
Qualche goccia di succo di limone
4 o 5 nocciole tritate

Preparazione
Mantenete la temperatura del forno a 180°.
Prendete i resti della sfoglia, reimpastate con un po' di farina e ristendete un ovale di circa 20x30 cm. Sistemate la pasta in una pirofila rialzando i bordi e ricoprite con la pesca tagliata a fette sottili. Spolverizzate di zucchero, spruzzate qualche goccia di limone, profumate con la mentuccia e il cardamomo e ricoprite con le nocciole tritate.
Infornate per circa 20-25 minuti. Servite la ciabatta tiepida o fredda.

Per i più golosi
Accompagnate il dolce con panna montata o gelato alla vaniglia.

Soddisfatti? Se per caso vi fossero avanzati funghi, melanzane, ricotta e prosciutto (o anche solo alcuni di questi ingredienti), mescolate tutto ciò che resta all'uovo usato per spennellare i raviolotti e saltate in padella una frittatina espressa d'accompagnamento ai raviolotti, da servire con un’insalata mista prima del dessert.

mercoledì 20 luglio 2011

Il cuoco è un fingitore

Di solito succede in estate: si va in vacanza! Succede anche che si va con la famiglia e con i figli e si deve trovare il modo per non farli annoiare. Ma succede anche che non si hanno figli, non si va in vacanza o si resta in ferie a casa a far lavori di manutenzione.
Prima o poi però si esce e si fa una passeggiata. Succede.

E capita di vedere prati verdi o gialli, fiori gialli o azzurri, cieli azzurri o blu e frutti blu o rossi. Mirtilli, fragoline, lamponi, amarene, more. Chi non si imbatte in un cespuglio di rovi in un morbido pomeriggio d'estate? Chi resiste alla tentazione di cogliere e mangiare? Succede.

I più intraprendenti prendono un fazzoletto, una bottiglia, un qualchecosa e conservano, mangiando, un bottino da portare a casa per la sera. Zucchero, limone e panna? Confettura? La maggior parte delle volte si ritorna con una manciata esigua che basta si e no per un assaggio di gruppo. Succede.

Ma succede anche che si voglia dar sfogo al divertimento infantile di sperimentare, inventare, giocare, scoprire e allora, manciata di frutti alla mano, parte il progetto



Art Attack (aka finta marmellata su finto cacio)

Ingredienti per quattro persone
Due manciate di more (o mirtilli, fragoline, ribes, ... circa 100 g.)
Un litro di latte intero (meglio latte crudo)
Un vasetto di yogurt intero (125 g.)
Un limone
Due cucchiai abbondanti di zucchero (circa 50 g.)

Preparazione
In un pentolino mescolate latte e yogurt e portate ad ebollizione lentamente, girando ogni tanto con un cucchiaio di legno: si inizieranno a formare i primi fiocchi cagliati. Quando il liquido bolle, toglietelo dal fornello e aggiungete lentamente il succo del limone, precedentemente filtrato, mescolando ancora. Lasciate riposare per alcuni minuti, poi con una schiumarola prendete la cagliata e lasciatela sgocciolare in un colino a maglia larga, mettendo sopra al "formaggio" un panno e un peso.

Dopo aver fatto riposare il "formaggio" per almeno un'ora, fate ammorbidire a fuoco lento in un pentolino le more con due cucchiai di zucchero, schiacciando il composto con una forchetta per renderlo cremoso.

Servite la confettura espressa ancora calda o tiepida accanto ai pezzetti di formaggio.

Nota a margine
Il "formaggio" così fatto è una forma di preparazione di origini indiane detta paneer o panir. È una cagliata dalla consistenza simile alla ricotta, ma riposando in frigorifero alcuni giorni si compatta diventando un quasi-primo-sale. In questi casi si può preparare con spezie o erbe aromatiche accompagnandolo con pane integrale o miele.

Per i più esigenti
Dopo averlo lasciato un paio di giorni in frigorifero, potete tagliare il formaggio a cubetti e friggerlo oppure preparare degli spiedini con verdure (peperoni, cipolle, zucchine) condite con spezie (zenzero, paprika, ...) da cuocere in forno.

venerdì 8 luglio 2011

Orgoglio e pregiudizio

Una delle poche certezze è che fa caldo.
E' vero, l'altro giorno pioveva a dirotto, ma adesso fa caldo.
La terra trema dall'altra parte del mondo, trema forte, ma qui fa caldo.
Le città si svuotano, meno di una volta, comunque si svuotano, ma qui fa caldo.
Con il caldo si rallentano i pensieri, si allungano, si stiracchiano e si rigirano pigri a qualsiasi ora del giorno. Si attivano poco poco alla volta fino a raggiungere barlumi dignitosi solo al calar del sole... con il caldo poi le voglie sono sempre morbide, smussate, poco decise e con loro il sapore delle cose si alleggerisce... beh, certo, fa caldo.
Ed allora: bando ai fritti, basta formaggi stagionati, vai con i cibi freschi, le preparazioni semplici, easy-cooking anzi lazy-cooking. Una ricetta che deve evitare di pesare sui pensieri complessi, deve scivolare rapidamente dal pensiero alla bocca, alleggerire e non appesantire corpo e mente.

Ma l'orgoglio dei menodidieci non si piega davanti ai piùtrenta e non rinuncia alla raffinatezza di un'idea, all’esigenza di una miscela di sapori decisa e delicata al contempo: pochi dubbi, che sia un piatto di pesce! Capiteci, l’orgoglio è orgoglio e ci porterebbe su strade impervie e sentieri poco tracciati se non arrivasse (sempre piano piano, fa caldo) il tarlo del pregiudizio a scompigliare le già sobbollenti idee (caldo umido): possiamo fare una proposta a base di pesce, negando il piacere del palato agli amici vegetariani? Fermi, non immaginate discussioni interminabili, proposte indecenti e infinite tenzoni: fa caldo! La soluzione arriva fulminea, cristallina, semplice: si salvi l'idea ma si accontenti anche la voglia di soddisfare tutti... si faranno i





Rotolini estivi
Ingredienti per 2 persone

Alternate Take #1 (meat version)
1 fetta di prosciutto cotto (né troppo sottile né troppo spessa)

2 cucchiai di ricotta di mucca 
3 cucchiaini di sesamo
1 cucchiaino di nigella
sale
latte
sesamo nero

Preparazione

Tostate e pestate sesamo e nigella (lo sappiamo, ci si ripete - vedete anche la Spigola biblica - ma il mix ci ha catturato).
Mescolate la ricotta con le spezie in polvere, poco latte per dare cremosità e regolate di sale.
Dalla fetta di prosciutto ricavate 4 strisce regolari, spalmatele con il composto e arrotolate. Guarnite con semi di sesamo nero e servite freschi.

Alternate Take #2 (fish version)

4 fettine di pesce spada affumicato
mezza melanzana
20 gr di pecorino romano
olio
sale
peperoncino
senape gialla e nera in grani

Preparazione

Tagliate a piccoli cubetti la melanzana e fatela stufare in padella con poco olio e sale, poi schiacciatela con la forchetta.
Stendete una fetta di pesce spada su un tagliere, farcite con la purea di melanzane e una scaglietta di pecorino romano e formate dei rotolini.
Guarnite con semi di senape e servite freschi.


Alternate Take #3 (veg version)
1 zucchina
1 cucchiaio di formaggio spalmabile
olive nere
un cucchiaino di pesto alla genovese

Preparazione 

Con un coltello affettaverdure ricavate dalla zucchina delle strisce regolari, scottatele per pochi istanti in acqua bollente salata, scolatele, fermate la cottura immergendole in acqua gelata e stendetele su un canovaccio pulito, tamponandole delicatamente.
Preparate la farcitura con il formaggio spalmabile e le olive tagliate a pezzettini, spalmatela sulle strisce e formate dei rotolini.
Servite freschi con pesto alla genovese.

lunedì 4 luglio 2011

Tu chiamale se vuoi compulsioni

L’aria è tesa e pesa come piombo. Sarà il caldo appiccicoso, il calo dei sali minerali, l’aumento delle accise sulla benzina, le scie nei cieli lasciate da misteriosi e complottisti aerei… Tutto contribuisce a rendere il clima rovente ed elettrico.
Se ci fosse l’amico ingegnere partirebbe subito la lezione sullo spreco di energie bio e sulle infinite tecniche di recupero praticabili. Ma per nostra immensa sfortuna Ing è in trasferta meneghina e ci limitiamo a consumare energia, senza produrla, complice un grosso ventilatore a pale che mescola solo l’umidità presente senza diminuirla.
La tensione è al limite e, si sa, quando si raggiungono questi livelli si deve reagire con pensieri positivi. Che si fa allora? Si cucina: che altro? Si mette la propria energia al servizio della cellulite cronica, della panzetta atavica, degli amici che ti rinfacciano di farli mangiare troppo, sempre e comunque poco prima di chiederti un bis tanto perché non possono non far onore al tuo ottimo manicaretto.
Questa volta però l'agonismo latente fa scattare una sfida, un vero confronto sul piano della leggerezza, della freschezza, del fast, light & fresh: deve essere un’idea estiva, rapida, poco impegnativa e a bassa persistenza corporea. Si mangia, si rimangia ma non deve lasciare troppe tracce oltre al piacere del palato e della memoria.
È una sfida? Si decidano le armi: pesche! Facile, difficile? È sul resto che inizia la guerriglia: poco grasso, frullate, cotte, zuccherate, lisce, alcooliche, ghiacciate, speziate, a pezzi, marinate, mixate con altra frutta, caramellate, sciroppate…
La tensione rimonta, partono frullatori, sbattono frustini, risuonano cucchiaini, si mescolano odori e si tirano fuori sapori, provini, piccoli assaggi, test, punte di lingua che assaporano l’aria e, tra palette votanti di zecchiniana memoria, alla fine quello che emerge (dopo una adeguata e necessaria ripulitura del campo di battaglia) è una buona ricetta di


Fresche pesche

Ingredienti per 2 persone
1 bella pesca matura (quelle che volete, ma non le pesche noci)
4 cucchiaini di zucchero di canna
un cucchiaino raso di farina di riso
un cucchiaino raso di cardamomo in polvere
6 amaretti
lamelle o farina mandorle
menta
rhum
limone

Preparazione
Sbucciate la pesca e frullatela con lo zucchero, qualche goccia di limone, un po’ di rhum e il cardamomo.
In un pentolino sciogliete la farina di riso con un paio di cucchiai di acqua, scaldate e appena vedete che inizia ad addensare unitela al composto di frutta e date un’altra frullata.
Sbriciolate grossolanamente gli amaretti in due bicchierini, aggiungete il frullato e mettete in freezer per un’ora almeno.
Prima di servire cospargete la superficie con mandorle a lamelle o farina di mandorle e guarnite con foglioline di menta.

Per i minimalisti
Otterrete un sapore più essenziale omettendo la farina di riso, che conferisce al frullato una maggiore cremosità.

mercoledì 29 giugno 2011

The Awakening

Sonnecchio. Mi giro. Allungo la mano.
Corpo.
Mi rigiro, ormai è fatta. Piano piano i nodini intrecciati dentro la testa si risvegliano, piano però, al rallentatore. Si svegliano, ma non abbastanza da farmi aprire gli occhi.
Mi rigiro. Allungo la mano.
Corpo.
Adesso ricordo, ieri sera, la cena, l’architetto amico della sua amica, i ricordi del passato…
Ping… la rete inizia a produrre pensieri più articolati e ricordo che stasera ci sarà un’altra cena con amici, questa volta però da noi. Occhi chiusi, poca luce che filtra, ma i pensieri ora vanno di corsa. Cosa prepariamo?

Mi rigiro. Allungo la mano.
Corpo. Mugolio. Dorme.
A questo punto non riesco più a stare nel letto. Mi devo alzare. È martedì, giorno di pesca, e allora decido di lasciarla dormire, mi vesto, esco nella fresca aria del mattino e mi incammino verso il mercato. Posso scegliere tra vari banchi, ma in ogni caso stasera si mangia

 
Spigola biblica

Ingredienti per due
1 spigola media
olio
4 cucchiaini di sesamo (semi)
2 cucchiaini di nigella (semi)
sale

Colore
qualche pomodoro datterino
prezzemolo
olio
sale

Preparazione
In un padellino tostate il sesamo per qualche minuto. Toglietelo e tostate la nigella per 5 minuti. Trasferite tutto in un mortaio con qualche grano di sale grosso e pestate fino a ridurlo ad una grossolana polvere.
Sfilettate e spellate il pesce, lavate i filetti rapidamente ed asciugateli con cura. Impanateli su entrambi i lati con il pesto preparato in precedenza.
In una padella scaldate poco olio e scottate rapidamente i filetti per pochi minuti su entrambi i lati.
Servite caldo accostando un’insalata di pomodori datterini condita con olio, sale e prezzemolo tritato.

Nota a margine. La Nigella sativa è una pianta originaria del Mediterraneo e diffusa anche in Medio Oriente, usata sin dall’antichità per le sue proprietà curative. Citata nell’Antico Testamento e da Maometto è nota anche come grano nero. Si trova nei negozi di spezie: a Roma per esempio la trovate in un fantastico angolo di mondo che è “L'Emporio delle Spezie” in Via Luca Della Robbia, 20 a Testaccio (www.emporiodellespezie.com).

giovedì 23 giugno 2011

Fiesta!!!

- Questa volta non possiamo più sottrarci...
- Dici davvero?
- Penso proprio di sì, fino ad ora abbiamo messo cosette di contorno, dopo una partenza ottima e consistente...
- Beh, vero. E poi, dobbiamo fare un bel regalo ai nostri lettori per le 400 visite.

Pomeriggio tardo, quasi sera, il Comitato di Redazione è riunito da quasi un'ora, tra presenze fisiche, "missionari" in videocomunicazione e una presenza ectoplasmatica (che non manca mai). Ma si sa, la prima ora si passa a trovare la giusta posizione, la sala, stabilizzare la connessione video, foraggiare i presenti di snack untuosi e bollicine minerali, chiamare i ritardatari, provare a far comunicare un volto in video con una viva voce bloccata nel traffico. Alla fine si inizia nello stesso istante in cui un paio di persone attivano il ballo di san Vito sulla loro sedia, atto a dimostrare che la loro pazienza è prossima al limite e il loro pensiero è già altrove, là dove il loro corpo dovrebbe e vorrebbe raggiungerlo il più presto possibile.
Risultato: decisione corale in meno di 15', tempo da far invidia al record mondiale femminile sui 5000. Chi verbalizza? Improvviso silenzio audio nell'intero Pianeta...
Sintesi: Comitato sciolto a velocità considerevole, decisione presa, tanto "vento" e i soliti che restano a testimoniare l'accaduto e, soprattutto, a preparare la



Calamarata con salsa di scarola

Ingredienti per 4 raffinati
un bel cespo di scarola
50 gr di olive di Gaeta denocciolate
pinoli
capperi sotto sale
olio extravergine di oliva
sale
peperoncino
scalogno
300 gr di pasta tipo calamarata o paccheri

Lavate la scarola, lessatela per pochi minuti in acqua bollente salata e scolatela bene. Scaldate in un tegame quattro cucchiai di olio, unite lo scalogno affettato sottile, il peperoncino e la verdura. Coprite con il coperchio e fate stufare dolcemente per qualche minuto. Togliete il composto dal fuoco e passatelo al mixer fino a ridurlo in crema. Rimettetelo in tegame, aggiungete le olive e i capperi dissalati e fate andare a fuoco dolce per un paio di minuti. Eventualmente regolate di sale.
In un padellino fate tostare i pinoli.
Lessate la pasta molto al dente, scolatela mantenendo un po' di acqua di cottura e saltatela nel tegame con la salsa, aggiungendo se necessario altra acqua. Al termine unite i pinoli leggermente tostati (lasciandone qualcuno da parte per guarnire) e impiattate.


 

lunedì 20 giugno 2011

Sabato, domenica e lunedì

Domenica pomeriggio, fa caldo, si avvicina la sera… l’idea della cena si alleggerisce sempre di più, meglio non esagerare: un’insalata e della frutta, ecco quello che ci vuole. Solo un’insalatina?
Basta il pensiero per convincerci e scatta l’azione: aggiungiamo un adeguato supporto saporito e leggermente rustico.
Stasera si sta a casa e si mangia
 
La focaccia insaporita

tempo di preparazione: 1 ora
tempo di cottura: 20 minuti

Ingredienti
150 gr di farina (potreste mescolare 120 gr di farina 00 e 30 gr di farina integrale)
6 gr di lievito di birra (1/4 di panetto)
1 cucchiaino di sale (7 gr)
100 ml circa di acqua
1 cucchiaio di olio (7 gr)
1 cucchiaino di zucchero

un tocco di raffinatezza per tutti
3 cucchiai di olio (20 gr)
2 cucchiai di acqua (20 gr)
1 cucchiaino di sale (7 gr)
mezzo scalogno di medie dimensioni

Prima di tutto tritate lo scalogno e mettetelo in infusione in tre cucchiai di olio.
Sciogliete il lievito e lo zucchero in poca acqua a temperatura ambiente, versatelo in una ciotola  e aggiungete farina, sale ed olio. Impastate aggiungendo acqua se necessario fino a ottenere un composto abbastanza morbido. Coprite con un panno umido e fate lievitare in un luogo riparato fino a quando la pasta non avrà raddoppiato il suo volume (30-40 minuti).

Riprendete l'impasto, tiratelo a mano su un piano infarinato e appoggiatelo su una teglia antiaderente. Lasciate riposare ancora per 20 minuti (intanto iniziate a scaldare il forno), quindi praticate sulla superficie della focaccia delle fossette con la punta del dito.

Aggiungete all'olio aromatizzato un cucchiaino di sale e due cucchiai di acqua, emulsionate molto bene battendo il liquido con una forchetta e riempite con il composto le fossette della focaccia.

Infornate per 20 minuti circa o comunque finché la focaccia non risulti ben dorata.
Sfornate e lasciate respirare per qualche minuto per consentire all’eventuale miscela in eccesso di penetrare nell’impasto.
Tagliate a pezzi e servite tiepida o fredda, se per sbaglio ne avanza un po’.

giovedì 16 giugno 2011

Lazy afternoon


Pomeriggio tardo di mezza settimana. La vostra donna arriva in cucina, apre il frigo e prende due uova...
"uhm, si mangia?"
"no!" risposta piccata, "ho recuperato in rete una ricetta del passato: sembra che il tuorlo d’uovo deterga delicatamente il cuoio capelluto, quindi adesso prendo due tuorli, il succo di mezzo limone e alcune gocce di quella grappa che hai comprato il mese scorso e ne faccio una pappetta con cui massaggiare i capelli".
Gira sui tacchi, traffica in bagno per un po' e poi torna ad appollaiarsi su una sedia con la testa incartata di stagnola e avvolta nell'asciugamano. Cosa combinare in quella mezz'ora con la pulzella olezzante e inturbantata? Intercettate i due albumi scartati dalla Cacciatrice di rimedi della nonna prima che finiscano nei sotterranei della città, lavatevi le mani e impegnatevi nella preparazione delle…


 

Lingue di gatto per due


Ingredienti
50 gr. di zucchero a velo
50 gr. di farina 00
50 gr. di burro a temperatura ambiente
2 albumi

Preparazione
Scaldate il forno a 200°, meglio se ventilato.
Raccogliete in una ciotola il burro morbido a pezzetti e lavoratelo velocemente con lo zucchero a velo aggiungendo la farina setacciata e, da ultimo, gli albumi. Quando l'impasto comincia ad amalgamarsi dategli un'ultima breve mescolata con lo sbattitore elettrico.
Coprite una teglia con carta forno.
Trasferire il composto in una siringa per dolci (o in una sac à poche, ma va benissimo anche un sacchetto per surgelare gli alimenti cui avrete tagliato un angolo) e disponetelo in strisce sottili lunghe 3-4 cm e ben distanziate (l'impasto tende a "sedersi" durante la cottura).
Infornate per dieci minuti o, comunque, fino a quando la superficie non sarà ben dorata.
Sfornate e fate raffreddare su una gratella.

Per i raffinati
Potete gustare le lingue di gatto in purezza o accompagnarle con del gelato o con confettura casalinga di more di rovo, ben fredda.

Nota a margine. Non c'è rosa senza spine: le lingue di gatto sono deliziose ma terribilmente ingrassanti. E il rimedio della nonna garantisce capelli brillanti ma fetenti.

mercoledì 15 giugno 2011

Partenza!!!

Erano un po’ di giorni che si parlava di iniziare la “produzione” e finalmente abbiamo cominciato a scrivere… È partito tutto ieri mattina al mercato, quando l’attenzione è caduta su dei bellissimi mazzetti di fiori di zucca freschi. E l’idea è scattata: fiori di zucca farciti e gratinati al forno! Ieri sera il lavoro ha preso forma e sapore…buoni e belli!


Ecco la ricetta e una foto del risultato finale…




Fiori di zucca farciti

Ingredienti
2 patate medie
1 zucchina media
8 fiori di zucca con il gambo
60 gr. parmigiano grattugiato (o 40 gr. di parmigiano e 20 gr. di pecorino)
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero
noce moscata

(per i raffinati)
prezzemolo
menta

Sbucciate le patate, tagliatele a tocchetti e fate cuocere in una pentola con acqua fredda. Spuntate la zucchina, tagliatela a rondelle e fatela cuocere in tegame con un po' d'acqua.
Scolate le patate, mettetele in una terrina e schiacciatele con la forchetta. Unite le zucchine e mescolate bene omogeneizzando il composto. Aggiungete il formaggio grattugiato, lasciandone da parte un cucchiaio, regolate di sale e pepe e profumate con la noce moscata.
Pulite i fiori di zucca eliminando il pistillo e lavateli delicatamente. Metteteli a scolare su un piano e asciugateli, tamponandoli con carta assorbente.
Aiutandovi con un cucchiaino riempite i fiori di zucca e disponeteli in una pirofila unta d'olio. Spolverizzate di parmigiano, aggiungete una macinata di pepe e un filo d'olio e infornate a 180° per 30' circa.

Per i raffinati, un tocco di freschezza in più: fate un battuto di prezzemolo e menta, unitelo a un'emulsione di acqua e olio e usatelo per fare una striscia sul piatto su cui adagiare i fiori caldi.