martedì 22 gennaio 2013

The Wall

Cammino lento, stamattina, non lo faccio abitualmente, ma oggi non ho impegni particolari e mi godo il tiepido delle prime ore ancora non affollate di voci e rumori.
Non seguo una strada precisa, lascio che sia il caso a guidarmi. Mi fido di lui. Ho imparato a fidarmi nel tempo, lascio che sia lui a scegliere per me, a portarmi là dove avrei voluto inconsciamente andare. E a lasciarlo fare mi è andata sempre bene.
Come quella volta che...

Cammino lento, stamattina. Arrivo davanti ad una edicola. Mai vista prima d'ora. Passo, vado oltre. Mi fermo. Torno indietro. Entro.
Qualche cosa mi ha fatto tornare indietro, non so ancora bene cosa sia, ma sono tornato sui miei passi.
Saluto e chiedo un quotidiano, uno a caso, non è quello che mi interessa. Mi guardo intorno, se sono tornato indietro ci sarà un motivo. Vedo quotidiani, a destra riviste di moda, arredamento, giardino, riviste per giovani, fumetti, graphic novel. Ma quante cose ...a sinistra manuali di cucito, cucina, falegnameria, bricolage, corsi con nomi impegnativi, food design, biedermeier, health care, diving.
Continuo a non capire perché mi abbia fatto fermare.

Continuo a perdere tempo, scambio due chiacchiere con il giornalaio e mi domando quanto sia strana l'edicola. I quotidiani sono sono una piccola parte di quello che ci si trova oggi. Sembra il bignami del sapere, pochi metri quadrati e tutto il sapere del mondo concentrato, storia, geografia, arte, cultura, tempo libero, per non parlare dell'oggettistica varia e folcloristica.
Mi riguardo intorno e alla fine vedo. Davanti a me, tra me e l'edicolante, vedo un muro di libri. Non sono come al solito in edicola, esposti con la copertina in vista, ad attirare, a suggerire, a stimolare... questa volta sono impilati come quando si trasloca, poggiati sulla quarta, uno sopra all'altro. A parte il primo, sopra ogni pila, vedo solo un bordo, una costa di fogli, ingialliti, più scendo e più diventano marrone scuro, carta ingiallita dalla luce e dall'età. Non vedo la costa, non vedo la copertina, vedo solo un muro, una parete di libri, di carta, di oblio, messa tra me e l'edicolante. Una parete di difesa? Una parete di separazione, come a dire 'tra me e voi c'è un muro'? Una parete di pigrizia, 'ho iniziato ad appoggiarli lì e alla fine hanno messo radici'?

Guardo l'edicolante ma ottengo uno sguardo piatto, senza espressioni, senza appello. Ma capisco che il caso mi ha fatto tornare per quel muro. Allora mi disinteresso dell'uomo, che mi rende il favore ignorandomi come se me ne fossi andato, e inizio a muovere quei mattoni come se stessi aprendo una camera segreta chiusa da secoli. Muovo, spolvero, guardo, leggo, sfoglio, risveglio titoli e autori persi, lavori leggeri, romanzi senza futuro, poi alla fine, quando ho ormai trasformato il muro in una rovina di carta, prendo tra le mani un testo che credevo perduto, introvabile, un trattato di semiologia della metà del novecento, non antico, ma stampato in pochi esemplari e rapidamente dimenticato. Un saggio che per anni avevo cercato di leggere e possedere senza successo, fino a questa mattina!

Ho ricostruito il muro come potevo, certe cose nascono con il tempo non con l'applicazione della tecnica o del calcolo, ho sorriso al mistico edicolante mentre pagavo la mia scoperta e ho ripreso a camminare con la felicità di un bambino e una parola di ringraziamento per il caso, che questa mattina ha guidato ha convinto i miei pensieri a fermare i miei passi.
...stasera, mentre camminerò per casa leggendo il libro, preparerò una



Zuppa d'orzo


Ingredienti
per due persone

due-tre cucchiai di orzo perlato (cottura in circa 30')
due carciofi
due funghi champignon medi
una zucchina
uno scalogno
50-80 g di stracchino o gorgonzola
olio extravergine
sale

Preparazione
Lavate l'orzo e tostatelo in una pentola con olio d'oliva. Aggiungete mezzo litro d'acqua già calda e lasciate sobbollire per 15 minuti.
Nel frattempo pulite la verdura e tagliate tutto a fette: sottili per i carciofi, medie per zucchine e funghi.
Al termine della prima bollitura dell'orzo aggiungete le verdure, coprite con acqua calda, regolate di sale e lasciate cuocere per altri 20 minuti almeno e comunque fino a cottura dell'orzo, aggiungendo eventualmente altra acqua.
Terminata la cottura lasciate riposare qualche minuto, aggiungete il formaggio, mantecate il tutto e servite.

Nota
Il gorgonzola conferisce una maggiore decisione al sapore finale. Con lo stracchino avrete un risultato meno invasivo lasciando più posto al sapore delle verdure. Come tutte le zuppe, se lasciata riposare qualche ora (senza formaggio), diventa più buona.






domenica 20 gennaio 2013

Che tu sia per me il coltello

Che un oggetto possa parlare è cosa nota. Racconta momenti, richiama ricordi, evoca sogni.
Ma l'altro giorno mi sono imbattuto in un gruppo di oggetti famigliari, per chi si aggira da queste parti: erano pentolini, padelle, fruste, cucchiai di legno, tagliauovasode, pentolone, coperchi, bollitori, imbuti, insomma un vero campionario di attrezzi da cucina! Ognuno di loro aveva una storia da raccontare e mi hanno circondato e sommerso con la loro memoria, sovrapposta e sussurrata: chi veniva da un bel servizio inox ormai datato, chi da un mercatino di paese, chi riemerso dalla sabbia levigato dal tempo, chi sottratto da un cassetto di una zia. Tutti fieri del loro ruolo e carichi di bocconi di ricette a cui avevano fieramente contribuito.

La cosa strana è che ad un certo punto la voce sussurrata dei ricordi ha iniziato a lasciare il posto a una musica, suoni armoniosi, risonanze cristalline, oscillazioni mistiche, vibrare simpatico e la loro voce è diventata una melodia di nuovi racconti, ricordi di zie, bollori di stufe e ninne nanne di giovani padri.

Ho conosciuto arnesi da cucina che raccontavano storie in musica. E ho conosciuto un pifferaio che al suono di un clarino li allineava e girava per i paesi a raccontar storie in musica da cucina...magie di una sera magica tra i vicoli di un paese fatato.

Grazie Fabio!
(per i più curiosi consigliamo una visita a http://www.musicadacucina.it/)


Metto il CD, tutti gli strumenti della cucina sono rapiti ad ascoltare il concerto dei loro consimili... rubo un coltello dal gruppo e non posso fare altro che sistemare un aperitivo semplice: gli ospiti stanno per arrivare!
Prosecco di Valdobbiadene (scegliete quello che preferite, ce ne sono di ottimi), pane fatto in casa e casolet della Val di Rabbi, fatto in quota con il latte delle mucche del signor Giuseppe a cui va tutta la mia riconoscenza!

...e Buon 2013 a tutti!