venerdì 4 maggio 2012

Alter Nos 356



Sono in piedi da oltre un'ora. Ho espletato le formalità di rito con la stretta di mano del Sindaco e la presenza d'ordinanza tra cariche e imbucati al buffet nel Municipio. Adesso mi confondo nella folla, sotto il sole. Scatto foto a figure senza tempo, belle, eleganti, misteriose, lente. Camminano, da sole o in gruppo, hanno colori diversi, ma tutte mescolano sacro e profano, croci, canti, icone, fiori, suoni, piedi nudi, gonne ampie, ricami, panciotti, veli, orecchini, bottoni, alamari, collane e ancora croci e canti. In loro vedo il segno dei secoli che si sono infiltrati sottilmente fino a confondersi e a nascondersi.
All'improvviso, sempre sotto il sole a picco, le figure smettono di sfilare, la strada si vuota e altre icone da sotto il portico si animano, scendono in strada portando ceste ricolme: in un attimo il cielo si copre di colori, coriandoli naturali, petali profumati di rosa che sommergono e tappezzano la strada.
E il sole continua a picchiare senza sosta.
La folla rumoreggia composta.
Arrivano i cavalieri, imponenti, solenni, eleganti, in frac, poi la confraternita storica, poi ancora cavalieri e cavalli, archibugi, sciabole, colori netti, bianco, nero, rosso, blu, giallo, poi moderni cavalieri, vigili, militari su moto lampeggianti, ecco i mazzieri su cavalli bianchi, infine il più importante di tutti: l'Alter Nos, figura unica che segna il legame tra sacralità e laicità, l'altra parte di un popolo che scioglie il nodo votivo di una promessa antica di secoli. Mi chiedo cosa faccia gli altri 364 giorni in cui non sfila a cavallo tra due ali di folla plaudente.
Infine, ecco il momento atteso da tutti, anche da noi osservatori alieni: dal mare giunge il suono delle sirene e lenta arriva la statua del Santo, il Guerriero. Si ferma lui, si applaude noi, si esulta tutti ma con contenimento... poi tutto si placa, la tensione di ore sfuma, in un attimo le figure in costume si perdono tra la gente, telefonano, fumano.
356: tante sono le volte in cui la processione di Efisio è passata per le vie di Cagliari. 356 sono le volte in cui la gente di tutta l'isola si è mossa per accompagnare il percorso del Santo Guerriero.
Riguardando le immagini raccolte ci prepariamo un bel piatto di



Fregola ai carciofi

per due persone

Ingredienti
4-5 carciofi spinosi sardi
2-3 pugni di fregola sarda
ricotta di pecora
uno spicchio d’aglio
olio
peperoncino
sale


Preparazione
Pulite i carciofi eliminando le foglie esterne e tagliateli a fettine sottili. Scaldate due cucchiai d’olio in un tegame, aggiungete i carciofi, uno spicchio d’aglio, il peperoncino e due dita d’acqua, salate e fate stufare a fuoco basso per 15 minuti. Unite la fregola, fatela tostare per qualche minuto, aggiungete una tazza d’acqua, coprite e lasciate cuocere per altri 8-10 minuti, fino ad ottenere la consistenza di un risotto morbido.
Fate riposare per qualche minuto, poi impiattate e guarnite con dei fiocchetti di ricotta.

Nota: la fregola è una pasta tipica sarda ottenuta dalla lavorazione della semola di grano duro.

1 commento:

  1. che fine narratore..... eppure a pranzo non sei così carino..... della serie: prima le stordisce e poi le colpisce ;)..... Sei forte Robbi......

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